venerdì, aprile 25, 2008

Di modi e modelli




Lorenzo Mattotti nasce nel millenovecentocinquattaquattro.

Andrea Serio invece nel millenovecentosettantatrè.

generazionalmente l'uno potrebbe essere mio padre, o uno zio, l'altro un fratello maggiore o un fidanzato.

Sono apparentemente molto simili dal punto di vista stilistico, cosa questa che posso solo immaginare quanta apprensione possa portare nei neuroni del secondo, costantemente a rischio di paragoni sottostimanti.

il che mi spalanca la riflessione di oggi, che faccio tra me e me ogni tanto, ovvero:

conta di più chi è arrivato per primo sull'idea, oppure conta solo il fatto che qualcun altro abbia saputo reinterpretare lo stile facendolo suo?

non lo so, onestamente, in linea generale direi che in taluni casi eclatanti, conta l'idea.

se queste sono di quelle altamente rivoluzionarie rispetto ai tempi che corrono, di quelle che creano un'impronta indelebile, tanto che risulta chiaro che nel ripercorrerne il calco, persino l'artista creatore stesso risulta inferiore a se stesso. come nella vita, errare è umano, perseverare è diabolico. In tali situazioni, anche nell'arte, prendiamo ad esempio i tagli di fontana, toh, un taglio può essere genio. il secondo, è già un po' troppo marketing.

non so se mi spiego.

quando invece si tratta di lavoro, di trovare una strada propria, bisogna necessariamente fare i conti con il proprio interiore, che è fatto anche di modelli, di cose che ci piacciono e che nonostante tutto, ci plasmano.

è evidente l'influenza mattottiana sul lavoro di Serio. Così come ad una persistente disamina delle opere, emergono anche precipue differenze: nell'uso dei colori come costruzione volumetrica, nelle tematiche e nell'approccio figurativo con cui vengono affrontate, nei toni e nello sfumato.

cito dal sito di Andrea Serio, per ricordarmene, più che altro, perchè il concetto è giustamente applicabile alla sua arte, ma un pò è una piccola verità da appuntarsi prima di farsi un'idea facile:

Soltanto... una istintiva avversione... nei confronti dell'Ovvio ... potevano spingere questo dotatissimo Artista su strade così scarsamente battute e così difficilmente fruibili, piuttosto che lungo i frequentati sentieri dell'Illustrazione Classica, dove i cloni di Grandi come Moebius, Jimenez, Bilal, Cavazzano, sono in tale esubero da condensarsi (mimetizzarsi?) in vere e proprie "scuole di stile", l'appartenza alle quali li assolve da qualsivoglia sospetto.


da: L'Uovo (e la gallina). by +cLdG+ leggibile per intero sul sito dell'artista, cliccando in home sulla sezione CHI









2 commenti:

Anonimo ha detto...

Andrea Serio lo considero un imitatore "cronico" di Lorenzo Mattotti. Le differenze tra i due sono minime, quasi nulle. Tecnicamente Serio è impeccabile e questo aspetto mi lascia oltremodo perplesso perché non riesco a capacitarmi del fatto che un bravo illustratore come lui non sia riuscito a concepire uno stile personale che divergesse un minimo da quello del suo modello di riferimento. I risultati della sintesi mattottiana vengono ripresi pari pari dallo zelante imitatore che non si preoccupa minimamente di rielaborarli per farli un poco suoi. Questo è plagio allo stato puro.
Tutti conoscono Leonardo da Vinci, quasi nessuno Bernardino Luini!

pensieridicarta ha detto...

beh.
plagio è quando si spaccia il lavoro altrui per proprio.
in questo caso, potrebbe valere anche il contrario. spacciare il proprio lavoro per quello di qualcun altro.
ma all'attenersi ad un modello di riferimento, come dici tu, non ci vedo questa grande connotazione negativa.

per dire, a me lo stile di entrambi, questo loro modo di modulare le forme e i colori, piace.
perchè stiamo così fiscalmente attaccati all'idea che uno stile debba essere personale?

per esemplificare passando a registri differenti, ci sono quadri di Braque e di Picasso cubisti pressochè identici.
eppure il mondo non va a sindacare, coglie, (quando va bene) l'importanza del gesto, la comunicazione dello stile.

lo stile di Mattotti e Serio è uno stile che dovrebbe avere anche più imitatori, perchè produce cose belle.

ed è vero, quasi nessuno conosce bernardino luini, tranne te e pochi altri (manco io eh, in onestà, rammentavo della sua esistenza) ma perchè siamo degli ignorantoni !!! :-)